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Idrografia

Dal punto di vista idrografico, i bacini del versante adriatico delle Murge, con corsi d’acqua tipo Lame, sono caratterizzati dalla presenza di un’idrografia superficiale di natura fluvio-carsica, costituita da una serie di incisioni e di valli sviluppate sul substrato roccioso prevalentemente calcareo o calcarenitico, e contraddistinte da un regime idrologico episodico.
Tale condizione è conseguenza dell’elevata permeabilità dello stesso substrato carbonatico, che favorisce di regola l’infiltrazione delle acque meteoriche, e che solo in concomitanza di eventi pluviometrici rilevanti dà origine a deflussi superficiali che interessano l’alveo di queste incisioni.
Tutti questi corsi d’acqua hanno origine sulle alture dell’altopiano murgiano, dove la rete di drenaggio appare nel complesso più densa e ramificata, con percorsi generalmente poco tortuosi e non privi di discontinuità morfologiche, che scendono verso il mare Adriatico.
Tra i principali corsi d’acqua presenti in questo ambito meritano menzione quelli afferenti alla cosiddetta conca di Bari, che da nord verso sud sono: Lama Balice, Lama Lamasinata, Lama Picone, Lama Montrone, Lama Valenzano, Lama San Giorgio.
Un altro elemento di notevole importanza nel modellamento dei caratteri morfologici del paesaggio delle Murge è il carsismo, che nell’area si manifesta da decine di milioni di anni e non ha mai cessato la sua azione: la composizione mineralogica, i caratteri tessiturali e strutturali, il clima, e soprattutto la tettonica ed il tempo hanno infatti favorito la diffusione del fenomeno carsico in superficie ed in profondità.
Dal punto di vista idrogeologico, l’area delle Murge è caratterizzata dalla presenza di rocce il cui grado di permeabilità è fortemente influenzato dallo stato di incarsimento e fratturazione delle stesse.
L’acquifero murgiano in generale possiede una permeabilità di insieme spesso relativamente bassa e talora è limitato al tetto da rocce praticamente impermeabili: le acque di falda sono solitamente costrette a muoversi in pressione spesso a notevole profondità al di sotto del livello del mare, con carichi idraulici ovunque alti e sensibilmente variabili lungo la verticale dell’acquifero.
L’irregolare distribuzione della permeabilità in senso verticale fa si che la parte più alta della falda risulti talora frazionata in più livelli idrici sovrapposti, spesso modesti o separati da orizzonti rocciosi particolarmente impermeabili e solo a luoghi permeabili, non di rado dotati di carichi idraulici e di mobilità sensibilmente diversi.
Il deflusso e la discarica a mare delle acque di falda avviene in forma ora diffusa ora concentrata per la locale presenza di vistosi sistemi carsici ipogei.

Nel territorio della Murgia non è presente un reticolo idrografico propriamente detto, come conferma l’assenza di corsi d’acqua di una qualche importanza. I pochi corsi d’acqua a carattere torrentizio scorrono al fondo di strette incisioni vallive denominate “lame”, il cui decorso impostato su linee di faglia o di frattura è di norma trasversale alla direzione di massimo allungamento dell’altopiano murgiano.
Le lame sono depressioni caratteristiche del territorio pugliese di origine tettonica: si tratta di fratture che, in seguito all’azione erosiva superficiale ed al modellamento operato dal fenomeno carsico, sono diventate vere e proprie linee di deflusso ad andamento sinuoso o rettilineo.
Le lame di solito assicurano lo smaltimento delle acque meteoriche fino al mare, in alcuni casi invece il loro percorso non arriva al mare ma termina entro aree pianeggianti ove l’acqua viene assorbita dalle fratture delle rocce calcaree; nei periodi di forte piovosità l’acqua delle piogge può incanalarsi nelle lame e stazionarvi anche per diversi giorni.
L’intero territorio di Acquaviva delle Fonti è solcato da piccole depressioni che confluiscono nelle lame principali afferenti al Bacino del Torrente Picone, una delle “Lame” tipiche della fascia litoranea barese che si sviluppano a raggiera convergendo nella città di Bari.
La rete idrografica del bacino del T. Picone è piuttosto ramificata, si estende in direzione NE dalle Murge di Cassano fino al mare ed è composta da due rami principali che confluiscono nelle vicinanze dell’abitato di Carbonara; il ramo destro, chiamato Baronale, ha origine a Sud-Ovest di Acquaviva, attraversa i territori di Adelfia, Loseto e Ceglie per poi congiungersi con l’altro ramo poco a Sud di Carbonara, detto della Badessa che è il più fitto e ha origine a Sud-Ovest dell’abitato di Cassano per poi fiancheggiare i centri abitati di
Sannicandro, Bitritto, Loseto e Ceglie.
Le acque di entrambi i rami, dopo essere confluite in un unico tronco, che lambisce l’abitato di Carbonara, scorrono nel canale collettore di Bari, realizzato dopo l’evento alluvionale del 1926, avente lo scopo di convogliare le acque di piena nell’alveo del Torrente Lamasinata.

Bacino idrografico del Torrente Picone (fonte L. Tateo).

Dall’esame del profilo longitudinale dell’asta principale del Torrente Picone, tratto dalla Tesi di Laurea della Dott.ssa Geologa L. Tateo pubblicata su Geologi e Territorio, partendo dal punto con quota più alta, in corrispondenza della Mass.a S. Domenico (500 m s.l.m.), fino alla sezione di chiusura coincidente con l’inizio del canale deviatore in prossimità di Carbonara si può notare come il profilo dell’alveo ben evidenzi l’esistenza di tre zone diversamente acclivi. In particolare, la curva mostra un primo tratto, molto acclive, al di sopra dei 425 m di quota; segue un secondo tratto, compreso tra 425 e 325 m a minore pendenza che si raccorda a quello finale, ancora meno acclive, il quale si sviluppa a ridosso dell’abitato di Bari.
Il profilo dell’alveo rispecchia i caratteri morfologici dell’intero bacino che si estende su un altopiano carsico formato da ampi gradoni, allungati parallelamente alla linea di costa, digradanti verso il mare con un lieve declivio che dà origine alla cosiddetta Conca di Bari. La parte meno acclive comprende un settore vasto, rappresentato dalle Murge Basse, che si estende dalla sezione di chiusura sino all’abitato di Cassano; mentre quella più elevata presenta i caratteri morfologici delle Murge Alte, messi in evidenza, dall’esistenza di campi carreggiati, inghiottitoi e doline. Nella zona medio bassa, che costituisce la parte dominante del bacino, alla morfologia carsica si sono sovrapposti gli effetti della trasgressione marina plio-pleistocenica e del sollevamento regionale che hanno portato alla formazione di terrazzi marini posti via via a quote decrescenti.

All’interno del territorio di Acquaviva delle Fonti, da Nord a Sud, il Piano Paesistico Territoriale Regionale individua le seguenti lame principali:

  1. Lama Badessa, facente parte del sistema delle acque pubbliche, nasce ad Ovest nel territorio del comune di Cassano delle Murge e prosegue verso Sannicandro di Bari attraversando Acquaviva delle Fonti tra la località Bosco di Perrillo e la Contrada Capaldi (attraversando la masseria “La Cattiva”, la masseria “Rasizzi”, il “Casino Diasparri”.
  2. Lama presso Lago dell’Arciprete, è un sistema, appartenente al reticolo idrografico di connessione della R.E.R., generato da una lama nascente nel territorio a Sud-Est del Comune di Cassano delle Murge (Serra Laudati, Masseria Battista, Grotta di Cristo) che convoglia le acque in una grande depressione denominata “Graviglione”, attraversa la strada provinciale Acquaviva-Cassano e prosegue verso la lama di “Santa Croce” e la lama “San Domenico” (situata tra la Masseria Molignana e la Masseria San Domenico). I due sistemi si congiungono all’estremo confine settentrionale del territorio di Acquaviva delle Fonti in un grande bacino denominato “Lago dell’Arciprete”.
  3. Lama Picone, ad Est dell’abitato, appartiene al reticolo idrografico di connessione della R.E.R., e raccoglie le acque provenienti da diverse lame minori: le tre lame che danno il nome all’omonima contrada (Contrada “trellame”), la lama nascente da Torre Cimarosa, le lame nascenti dalla contrada della “Difesa” e dalla Masseria “San Domenico”. Queste ultime due confluiscono nella lama del ponte “Parlante” che, dopo aver attraversato le strade provinciali per Gioia del Colle e per Sammichele, prosegue verso Adelfia.
  4. Lama in loc. Monticello, o “Lama Viola”, cosiddetta probabilmente per un tipo di argilla di colore violaceo presente in quell’area o per il colore dei fiori che vi crescono, riceve le acque dai territori collinari di “Primocielo” e di “Monticello”.
  5. Lama in loc. Masseria Cavaliere, o “Lama Cupa” ai confini amministrativi fra i comuni di Acquaviva e di Gioia del Colle, nasce nella contrada “Trecarri”.

Queste ultime due lame si aprono e terminano il loro percorso appena oltre la linea ferroviaria fra Acquaviva e Gioia del Colle.
Lungo il fondo delle lame si trovano spesso “doline” ed inghiottitoi attraverso i quali le acque delle piogge si infiltrano nel sottosuolo e vanno ad alimentare la circolazione sotterranea.

Lame del territorio di Acquaviva delle Fonti (fonte “Pura Defluit”).
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